IL MUSEO

foto del museo

Il museo espone una vasta collezione di oggetti che erano parte integrante della vita quotidiana delle genti della valle del Comelico, offrendo ai visitatori uno sguardo prezioso sulle tradizioni e sugli usi locali di un tempo.

Ancora oggi l’obbiettivo di ricordare e ricreare il mondo di un tempo non è cambiato e, nonostante il recente riallestimento, il museo si presenta come una tra le più importanti esposizioni permanenti di tutta la Val Comelico proprio grazie al suo intento di preservare e tutelare non solo le tradizioni, ma anche l’originalità culturale. 

Il percorso espositivo annovera più di 4.000 oggetti suddivisi in sezioni tematiche. Sono presenti diversi attrezzi dei lavori più comuni (boscaiolo, falegname, muratore, contadino, sarta, casaro, stagnino ecc.), una riproduzione delle stanze principali della casa di un tempo (stuä, larin, camera da letto) e delle attività ad essa correlate (bottega e chiesa), per non parlare delle miniature di Alberto De Bettin e Gilberto De Martin Pinter che ci riportano, in scala, all’epoca dei nostri véci.

Inoltre una stanza è dedicata ai carri che venivano utilizzati per lavoro, per diletto o addirittura per spegnere gli incendi. Infine un’ampia sala è dedicata alla Grande Guerra in Comelico. 

L’affresco di Vico Calabrò

L’opera principale del museo, però, resta il grande e affasciante affresco dell’artista Vico Calabrò, situato al centro del museo.

Commissionato dagli Amici di Pio Topran D’Agata, l’affresco fu inaugurato e svelato il 9 agosto 1981 e grazie a questa rappresentazione, mirabile sintesi iconografica degli usi e costumi della nostra comunità, la Regola di Padola decise di istituire il museo al fine di promuovere l’interesse e il recupero delle testimonianze e degli antichi usi delle genti alpine locali.